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SU DI LUI

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FRANCO MANZONI - Traduttore dal greco e dal latino, epigrafista, poeta, scrittore, critico letterario, giornalista del Corriere della Sera da oltre 35 anni, drammaturgo, regista, docente di grammatica e letteratura dialettale milanese, paroliere di famosi cantanti, storico e critico teatrale.

Corriere della Sera - Addii

"Anticonformista, geniale, curioso, inquieto, simpatico, fu cantastorie di strada, eccelso violinista folk, etnologo, operatore culturale che fin da ragazzo per mezzo secolo si occupò di ricerca, diffusione e valorizzazione della cultura popolare lombarda.

Nato a Voghera il 3 marzo 1954, laureato alla Statale in Agraria, Raffaele Nobile studiò al Conservatorio di Milano e si perfezionò da autodidatta nel suonare il violino. Quello che portava in scena nelle piazze era il suo mondo fantastico, abitato da divinità pagane, elfi, personaggi storici trasformati in eroi.

Pubblicò numerosi interventi critici e libri, tra cui " Scarabocc", silloge di poesie dialettali, " Le feste del popolo milanese", "Il testamento dell’avvelenato", "Toponomastica lombarda" per Mursia," La scapigliatura Milanese". Lascia la compagna Iole Mura

L'affetto per un'esuberante e produttivo musicista, amico incontrato nel periodo della giovinezza e successivamente, spingono Franco Manzoni a lasciare questo estremo saluto per Raffaele e innanzitutto a farlo vivere ancora tra i suoi lettori.

La poesia e la letteratura di Franco Manzoni non passavano inosservati nel temperamento di Raffaele che andava sempre e continuamente scoprendo negli altri artisti la ricchezza e la potenzialità creativa, col suo generoso violino accompagnava i versi poetici. Parliamo dei primi anni '80 periodo per Raffaele di progressiva insaziabile capacità produttiva.

Raffaele ha conservato ogni oggetto nella sua vita specie se riferibili a musica e ricordi, così è stato ritrovato un testo del paroliere Franco Manzoni e la registrazione del brano "Andrò già via", di un'attualità sorprendente e molto coinvolgente anche se detta musica non faceva parte del suo prodotto musicale pur avendo anche lui registrato i diritti alla SIAE.

Franco Manzoni è stato il primo consigliere per organizzare un comitato che proponesse a suo nome, nella sua città natale, una dedica, ad incoraggiarmi nella raccolta di testimonianze presso gli altri artisti e amici sulla figura di Raffaele.

E' stato ancora una volta il primo a indicarmi  la creazione di un sito web a nome di Raffaele. In queste due attività ho intravvisto ed esplorato le due possibilità per me di continuare a vivere. 

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ANGELO GACCIONE -  Scrittore e drammaturgo, poeta, giornalista direttore di “Odissea”

"Il suo violino e le sue ballate hanno attraversato la città di Milano e non solo, lui è stato sempre disponibile e generoso verso tutti. Ho parlato di lui in un libro su Milano che uscirà nei prossimi mesi; non gli avevo detto nulla perché volevo fargli una sorpresa e ora mi pento di non averlo fatto, perché so che gli avrebbe fatto piacere. “Odissea” ha sempre dato notizia delle sue numerose iniziative che purtroppo il destino ha interrotto: avevamo preso accordi per una bella giornata poetica nel suo giardino di Voghera la prossima primavera, quando il tempo sarebbe stato più mite. Non abbiamo fatto in tempo: il suo violino, da cui non si separava mai, è stato costretto a tacere. Come il violino di Dalibor, lo sfortunato musicista boemo della mia fiaba, che lui aveva messo in musica. Nel formulare le condoglianze più affettuose alla sua compagna e nostra amica Iole Mura, “Odissea” lancia un invito, sin da ora, a tutti i poeti e alle associazioni letterarie milanesi che lo hanno visto sempre presente e disponibile, per preparare un degno ricordo del menestrello e dell’uomo".

"UNA NUOVA BUONA CAUSA -"Odisssea" 5/12/2020

Per un amico caro, una persona mite, disponibile con tutti, un menestrello che ha riempito con il suo violino, le sue ballate celtiche, le sue storie in musica recitate e cantate, ogni luogo e spazio di Milano e non solo. Che ha accompagnato i versi dei poeti, le presentazioni di libri, le performance dei teatranti, i giochi dei bambini e tanto altro ancora. Ma io non dimentico la sua lombardità e quella del suo dialetto vogherese. Spesso ne abbiamo ragionato e ci scambiavamo opinioni su queste "lingue madri" che ambedue amavamo. Lui mi rendeva edotto su certe varianti della sua, su certi suoni, ed io facevo altrettanto. Del suo dialetto di Voghera era un vero cultore , alcuni lo consideravano milanese a tutti gli effetti, perché aveva eletto Milano a suo fare di artista. Con l'amica Iole Mura, che con Raffaele ha condiviso un tratto bellissimo della sua esistenza di compagna e di sodale, ci siamo mossi appena è stato possibile e abbiamo messo in piedi un Comitato. Lo scopo è quello di fargli dedicare nella sua Voghera un'aula della Civica Scuola di Musica. "Odissea" e tutti gli amici di questo giornale che si sono resi disponibili appena li abbiamo avvisati, non vedono l'ora di di predisporre assieme agli amici di Voghera, alle autorità comunali e a quanti altri hanno conservato affetto e stima per Raffaele, i preparativi per i festeggiamenti all'insegna della musica, della poesia, della convivialità. Il giorno in cui verrà messa la targa col suo nome accanto ad un'aula della Civica Scuola di Musica, sarà un giorno bellissimo: per tutti noi e per Voghera".

ANGELO GACCIONE estremamente generoso e collaborativo vecchio amico di Raffaele e  ora mio, ha coordinato lo scambio epistolare con gli enti preposti all'accoglimento della richiesta del "Comitato per Raffaele Nobile" di una targa in suo ricordo nella Civica Scuola di Musica di Voghera. Non avrò il tempo necessario per dedicargli la mia totale gratitudine.

Giornalista e scrittore infaticabile mi ha sostenuta in ogni momento.

Grazie Angelo!

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ISA TRAVERSI - Danzatrice coreografa e regista

"Raffaele Nobile è stato un musicista appassionato e attento ed è stato un cittadino virtuoso: egli credeva forte in un arte che fosse disponibile anzi vivibile per tutti. Voleva che la musica fosse patrimonio fin dalla culla per tutta la società compresi gli ultimi e i dimenticati e non solo il pubblico privilegiato di teatri e Conservatori.

Ad ognuno era dedicato l'inesausto suono del suo violino che è stato strumento musicale, ma anche di approfondimento storico, testimonianza di memorie e solidarietà popolare...fino alle lotte civili e democratiche su cui fonda le radici la nostra società civile. Nella sua musica c'è gioia e speranza, dolore e dignità, comunione di affetti che avvicina alla vita..Nel suo canto sono sempre presenti l'impegno civile e artistico. Io che sono coreografo ho lavorato con Raffaele Nobile a più progetti voluti da assessorati alla Cultura in Lombardia, terra amata da un attento e talentuoso abitatore del mondo, e ora dell'infinito. Mi associo con stima e gratitudine alla giusta richiesta di questo Comitato e ringrazio per l'attenzione al ricordo di un musicista che non può e non deve essere dimenticato".

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PAOLA PANNECCHI - Poeta e fondatrice del Movimento internazionale Poetry and Discovery collabora con T. Kameny  alla Casa della Poesia di Milano 

"Raffaele Nobile: poeta, performer, intellettuale, instancabile divulgatore della cultura popolare e musicista eclettico.

Una figura che ha attraversato un lungo periodo a cavallo di due millenni senza perdere mai la coerenza del suo operato. Esempio mirabile di etica e generosità’ umana e professionale.

Merita senz’altro l’intitolazione di uno spazio pubblico a Voghera, quale imperituro omaggio alla sua memoria". 

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GUIDO OLDANI -  Poeta, giornalista riconosciuto a livello nazionale ed internazionale - Fondatore del Realismo Terminale

"Ha saputo ricercare nei meandri della nostra cultura popolare per far sortire parole e musiche che lui ha saputo governare in maniera originale e magistrale. Diciamo che, se queste terre stanno ancora in piedi avendo un minimo di consapevolezza di sé, questo lo dobbiamo sicuramente alle figure rarissime come quelle di Raffaele. La mia frequentazione della sua sapienza artistico-creativa-tradizionale mi induce al dovere di chiedere per lui un ricordo stabile alla città di Voghera che ha avuto il merito o la fortuna di avergli dato i natali.

Sarebbe tanto bello che questa dedicazione a lui possa rendere consapevoli che i ricercatori liberi, senza sponsorizzatori o piloti, come lui stesso, sono una pagina costante di un nostro futuro responsabile e dignitoso. Cara Iole, sono sempre disponibile in qualunque circostanza ad intervenire per ricordare il talento meritorio di Raffaele".

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FRANCO CAPELLI - Vecchio amico

"Raffaele ha fatto una vita contro. Ha scelto di fare la vita che ha voluto fare senza compromessi, senza rimpianti, contro gli schemi e fuori dagli schemi. Nella precarietà e nell’incertezza, ma sempre con lo sguardo rivolto al futuro. Goloso di vita, di scoperte e di esperienze di vario tipo. Una vita piena di amore e una mente inquieta. Un musicista, un artista poliedrico come testimoniano i suoi scritti le sue ricerche non so se chiamarle, etnografie o solo musicali, di fatto stava “sul campo” per lunghi periodi, come fanno gli antropologi, immergendosi nella cultura del luogo, girava con il suo registratore, ascoltando le persone, vivendo in mezzo a loro. Sono orgoglioso della sua amicizia che mi riservava fin dall’adolescenza, intermittente per un po’ di tempo, rinverdita negli ultimi anni. Amicizia partita dai campi di lavoro di Emmaus e poi dall’attività comune nel movimento studentesco di Voghera e Pavia.

Senza rimpianti, a volte rigido, ma determinato a coltivare le sue passioni. Prima di tutto quella musicale, con le ricerche nei luoghi dove la musica nasceva, registrando i canti della musica popolare senza partiture, in Francia nel Berry, nelle valli della cultura ladina, nelle valli dell’Alessandrino, nel nostro Oltrepo che lui amava, nel profondo delle radici popolari, dalla musica “folk” alle opere d’arte delle chiese sperdute e dimenticate che lui rintracciava ed esplorava e ne faceva oggetto di studio e ricerca, organizzando, giornate culturali e “reading” di poesia. Questa fu per me solo in parte una scoperta, ricordandomi i legami che aveva avuto fin da ragazzino con la chiesa dei frati di Voghera.

“Dobbiamo prenderci cura della cultura, dei beni materiali e immateriali, del tangibile e dell’intangibile”.

E lui andava per le Chiese dei territorio che conosceva, conosceva le opere d’arte che vi erano contenute. Cultura che legava al territorio, alle tradizioni popolari, all’arte nascosta al grande pubblico dei dipinti delle chiese e chiesette di Voghera e dell’Oltrepo. Senza nessun tornaconto, solo per passione e per la soddisfazione di diffondere conoscenza ed emozione. Un musicista, un artista poliedrico come testimoniano i suoi scritti e le sue ricerche non so se chiamarle etnografie o solo musicali, di fatto stava "sul campo" per lunghi periodi, come fanno gli antropologi, immergendosi nella cultura del luogo, girava col suo registratore, ascoltando le persone, vivendo in mezzo a loro. Un'intelligenza non comune, vivace ed inquieta, basti pensare a quando lasciò al quinto anno l'Istituto Gallini per non stare a scuola, "dove si annoiava". Un'intelligenza contro, quando si laurea in Agraria, laurea che lascerà nel cassetto per laurearsi come artista, di strada e non solo, in mille concerti. Sono orgoglioso della sua amicizia che mi riservava fin dall'adolescenza, partita dai campi di lavoro di Emmaus e poi dall'attività comune nel movimento studentesco di Voghera e Pavia. Il a jouè le violon!, ripetevano meravigliati i ragazzi del campo di lavoro di Angers e questa è stata la frase che scherzando ci dicevamo quando insieme si ricordava qualcosa del passato. Quando qualche anno fa presentò all'Auser di Voghera la sua ricerca sulla Scapigliatura milanese, pubblicata sul Corriere della Sera, disse che erano artisti che facevano del loro stesso corpo, di loro stessi un'opera d'arte. E qualcuno del pubblico che lo conosceva commentò "proprio come lui".

L'amore per Voghera e per le sue radici, l'amore per la cultura popolare nelle sue varie forme, la sua opera musicale e artistica meritano un riconoscimento, che aiuti tutti, anche chi non lo ha conosciuto a tenerlo vivo nel ricordo e poterne conoscere la sua produzione artistica.

La cultura si esprime nel tangibile e nell'intangibile diceva Raffaele, e allora per fare memoria e offrirgli un meritato riconoscimento  sia tangibile che intangibile, è auspicabile che la città arrivi anche se in ritardo a corrispondere l'amore che Raffaele ha avuto per la città".

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