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POESIA

POESIA POPOLARE

 

Nella comunicazione poetica popolare, soprattutto nel nord, esiste uno sfondo arcaico che si esprime in varie manifestazioni di scrittura e di suono (forme narrative, rime, metrica, filastrocche canti rituali ecc.) che ci riportano ad un mondo pre moderno con un linguaggio il cui aspetto dominante è il simbolismo.

Il simbolo è qualcosa che porta in se un riferimento di valori di storia, d’identificazione e tanto altro. Simboli sono alcuni elementi naturali come l’acqua o il fuoco, animali veri o immaginari come serpenti, draghi o uccelli, alberi e piante erbacee in misura notevole.

Le forme espressivo-poetiche della cultura popolare si possono classificare in tre grandi filoni che a seconda della loro distribuzione territoriale, cioè Italia continentale o mediterranea, possono riassumere tutto il corpus del materiale espressivo. Il primo gruppo può essere rappresentato dalla ballata narrativa, forma comunicativa radicata nella cultura arcaica europea, presente soprattutto nell’Italia continentale, che presenti motivi narrativi facenti riferimento al mito, al favolismo a elementi storico-leggendari, con un linguaggio molto antico e modellato di uno spinto simbolismo. I versi sono spesso liberi, da alcuni studiosi definiti “forma telescopica” ma anche più regolari come settenari, ottonari, o  novenari.

Con il passare del tempo si assiste ad un processo di progressiva regolarità nella strutturazione dei versi.

Altre forme di ballata relativamente più “recenti” (di origine rinascimentale) fanno riferimento ad un ambiente di tipo medievale-feudale con un andamento romanzesco che fa interagire il paesaggio geografico e sociale con i personaggi (contadini, re, principi, monaci, cavalieri dame ecc.), (Es. Gli anelli). In questo ambito si possono collocare anche ballate di tipo scherzoso che hanno come argomento principe l’inganno amoroso e la seduzione - attuati quasi sempre dalle donne -. Cfr.NM, La bevanda sonnifera, La monacella salvata.

Ballate moderne


 

INSERIRE A DESTRA FOTO CONCORDANTE CON POESIA per ognuna

Sono immerso nel suo calore come una bestia nella stalla.

Scendi nel suo silenzio come in un pozzo e in fondo c’è un sole che riscalda la terra.

Foglie verde chiaro, foglie

piccolissime spuntano quasi 

per gioco dagli alberi neri

dell'inverno, vicino a case

grigie in una città grigia

in una strada scivolosa, in

una stagione di acqua opaca

Acqua d'argento, pioggia che 

scintilla, pioggia d'argento

fittissima e veloce caduta,

gioco di luci nell'aria chiara

desiderio di caduta, desiderio

della terra, avventura circolare

Avventura dei giorni, i giorni

ci strozzano, scivolano veloci

Tempo intangibile, tempo

sfuggente, pomeriggio strano

pomeriggio disteso

occhi di gatto scrutano sornioni

il pomeriggio nella casa

dei colori.

Altri occhi di gatto mi aspettano

nella sera grigia, selciato che

suona sotto i passi nella via stretta muri che ti guardano

cassa di risonanza immensa

contenitore di luci

bianche, davanzali amici

e ancora occhi di gatto

solitudini diffuse, solitudine 

a macchia d'olio, strade

strette di una città estranea

e inutile, ingratitudine

e indifferenza, schiuma degli

anni e ancora occhi di gatto

per il silenzio della notte

fiume di silenzio, mare

nero di silenzio acquario 

di silenzio.

Cassa di risonanza infinita

vibrazione infinita, vibrazione

diffusa vibrazione che ti

copre di suoni unfinitesimali

ribattuti, strumento architettonico 

immenso, aria che

suona tra i muri, sera

di febbraio suggestiva

triste e grondante di 

disperata speranza.

…..dentro ci sono colori tenui,

fuori il rosso mi violenta colore molto definito colore indecifrabile

il bianco mi distende linguaggio bianco-latte crema di nebbia impronta di sole sui muri dell’inverno colore nuovo colore alimento per la tristezza contorni decisi,

occhi di gatto scrutano il pomeriggio nella casa dei colori, luce concentrata dentro

Moto,  movimento continuo piacevole accelerazione energia creativa energia restituita,luci nel buio alveari di luce, moto perpetuo punto giallo all’infinito risparmiamo le forze.

Moto energia movimento ascensionale stretta capillarità,

tenue scorrimento acqua onnipresente voce velata della linfa corpo di resina, nervi di resina scheletro di legno sistema linfatico silenzioso pioggia che incombe pioggia amica

Carezze di neve carezze di venti

Legno xilema xilofono, movimenti impercettibili della terra, sforzo disperato delle mie radici, granulometria in continuo assestamento

Coriandoli di terra, coriandoli di colore, coriandoli bianchi fiocchi di neve intensa, coriandoli d’argento suggestione di luce strana, coriandoli rossi sapore di un arlecchino triste in equilibrio precario sull’arcobaleno sotto una continua silenziosissima pioggia di carta.


 

Sarà un ben smerigliato
muto silenzio (si prevede)
un ghiaccio sgocciolante
Polo nord cinto d’assedio

Confluiscono lì
dopo morti quasi vivi
consistendo il tutto (senza animali
e vegetali)
in solo sè
paradisino oh
paradisino  calmo

 

Pomeriggio…

I mån invisibil

dål silensi it’ligån

int’una gabia

d’aria ferma

l’è un dopdisnà

d’està, un’ura sensa temp,

un’ura sensa gnenta ch’a s möva

nånca una telefunada

då l’oltretomba…

Mani invisibili

dal  silenzio sono legate

in una gabbia

di aria ferma

è un pomeriggio

d’estate, un’ora senza tempo,

un’ora senza niente che si muova

neanche una telefonata

dall’oltretomba

 

 

Natüra 

natüra, temp rutond

natüra ch’lå turna sempår

t’è ti l’enigma d’lå nüsa vita

t’è ti chå tåt ricord

tüta lå nosa vita, tüta la nosa mort

dea silensiusa e incuntenibila

dea tremenda

ti t’è la stanga

ch’lå tena in pé ål saltimbånch

Natura

natura, tempo rotondo

natura che torni sempre 

sei tu l’enigma della nostra vita

sei tu che hai tanti ricordi

tutta la nostra vita, tutta la nostra morte

dea silenziosa e incontenibile

dea tremenda

sei tu la stanga

che tiene in piedi il saltimbanco

La me piånta

Sö l’nut ancora a truvà la

me piånta

int’una giurnà grisa

che minacia acqua

l’ha m’aspetà tut l’inveran

ma lå m’smia cunusam no

 

 

La mia pianta

Sono andato ancora a trovarla la

mia pianta

in una giornata grigia

che minacciava acqua

mi ha aspettato tutto l’inverno

ma non mi ha riconosciuto

Dopo 29 settembre

 

Milano com’era?
Milano come prima
Milano non sarà più
Milano cos’era?
Milano vie lastricate di ricordi
case dipinte con i colori
della tua tristezza
donne dipinte di colori sconosciuti
suoni di parole mai sentite
e quasi subito tutto familiare
Milano cambiava ogni giorno
Milano un viaggio sempre nuovo
Milano non sarà più….

 

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Articolo Corriere della Sera Franco Manz
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Tradizione popolare orale e comportamenti sociali

 

Parallelamente alla vita e allo sviluppo della grande musica colta e della letteratura, si è formata in Europa fin dal medio evo una cultura espressiva delle classi popolari e ha prodotto canti, musiche rituali e di danza, ballate etniche e narrative, poesie d’amore e quant’altro, un materiale interessante artisticamente stimolante e spesso improntato ad un intenso processo di scambio con la cultura “dotta”.

 

Questo materiale esprime un’altrettanto lunga stagione di vita sociale, intensi e controversi sentimenti, celebrazioni di eventi fondamentali per la vita delle comunità e molto altro, tutto manifestato con canti musiche strumentali e rappresentazioni di ritualità collettiva.

 

Tale importante civiltà ha avuto come tratto comune la pratica dell’oralità come strumento espressivo di trasmissione di contenuti e di definizione comportamentale.

La trasmissione orale del sapere ha influenzato e caratterizzato la simbologia dei personaggi e delle figure, veicolo questi di messaggi e di “racconto del mondo”.

Un viaggio, il nostro, nella cultura degli analfabeti che si confrontava con quella dotta e in un certo senso interagiva con essa.

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LA PROVINCIA PAVESE

Giovedì 24 gennaio 1985

Concerto

Voghera il violino nel folk europeo

VOGHERA – Nell’ambito delle iniziative culturali promosse dal Centro Sociale di Voghera si terrà domani sera, venerdi, alle 21 in Viale della Repubblica un concerto del violinista Raffaele Nobile dal titolo “il violino nel folk europeo”

Con la partecipazione e l’accompagnamento di altri due musicisti, Fabio di Stefano chitarra organetto, e Patrik Defrance oboe flauto, sarà presentato un programma di musiche provenienti dalla tradizione popolare europea, in particolare quella del Nord Italia, della Francia e dell’Irlanda, materiale musicale a carattere strumentale che nella tradizione serviva come supporto espressivo alla danza e alla ritualità.

Queste musiche saranno viste soprattutto sotto l’aspetto espressivo di linguaggio con le sue caratteristiche strutturali, mettendo in luce anche i rapporti con la musica colta dei secoli passati e tentando di costruire, in relazione a tale linguaggio, momenti di nuova elaborazione creativa.

Raffaele Nobile ha iniziato la sua attività negli Anni Settanta nell’ambito milanese dei musicisti di base e non, allora molto stimolante e ricco di scambi creativi. Tra le varie attività a cui si è dedicato, sperimentazione e didattica, composizione, esecuzione, ha avuto molta importanza la ricerca e la divulgazione della cultura musicale popolare.

Centro Sociale Voghera è l’attuale “Adolescere”

OLTREPO PAVESE - LE VOCI DELLA MEMORIA

La cultura e le tradizioni dell'Oltrepo pavese costituiscono il filo conduttore del programma "Oltrepo pavese: le voci della memoria", in onda il 17/04/1984 , in una terra all'incrocio tra Liguria, Piacentino e Alessandrino. Attraverso i ricordi  degli abitanti del luogo, il documentario riporta in vita alcune attività artigianali, ricette gastronomiche e canti popolari della tradizione.

TESTO E MUSICA DI RAFFAELE - INSERISCRI BRANI DA DISCO O CHIAVETTA

 

L’UNITA'

Sabato 19 settembre 1981

Il violino di Raffaele Nobile questa sera al cabaret

 

Il cabaret ha presentato in queste sere molti personaggi nuovi, ricchi di talento. Una serie di recital ha proposto al pubblico della festa nomi che avevano solo bisogno di spazio per mostrare grosse capacità teatrali.

Questa sera alle ore 20 è la volta di Raffaele Nobile in “Il violino nel folk europeo”; più tardi alle ore 22 prenderà posto sul palco David Riondino con un recital tutto nuovo.

Raffaele Nobile è un giovane musicista che ormai da anni si dedica ad una ricerca originale sulla tradizione della musica popolare del nord Europa con particolare attenzione al nord Italia.

Questo materiale, adattato in particolare al violino, viene riproposto ed elaborato secondo le esigenze attuali di fruizione da parte del pubblico. Raffaele Nobile ha inciso recentemente un LP “L’albero di canto” che è il risultato di questa approfondita ricerca, ha partecipato inoltre a numerose rassegne e festival internazionali.

Il materiale presentato si incentra sulla figura del volino come strumento molto usato in tutta la tradizione popolare europea con modi anche diversi tra loro, e sul tentativo di costruire attorno a queste musiche un tipo di ascolto creativo che le valorizzi per le loro caratteristiche strutturali-musicali e non solamente per una mitica quanto a volte mistificante funzione socializzatrice.

I pezzi presi in considerazione venivano utilizzati per la maggior parte come musica di danza nell’Italia settentrionale prima della scomparsa della civiltà contadina e sono in specifico forme di “furlana”, “roccastalda”, “lombardina”, “salterello” (Appennino emiliano) “balfrances”, “giga” (Lombardia), “Monferrina”, “alessandrina”, “corrente” (Piemonte), che tra l’altro presentano collegamenti con la tradizione musicale colta del secolo XVI e del barocco.

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MUSICA POPOLARE IN ITALIA

 

Ipotesi per un ciclo di trasmissioni riguardanti la conoscenza della musica popolare in Italia.

 

  1. Lineamenti generali culturali che stanno alla base delle differenti forme e situazioni espressive del folklore italiano ed implicazioni storiche e geografiche.

  2. Le forme espressive nel Norditalia. Musica strumentale: specificità degli strumenti. Strumenti e repertori arcaici: il piffero e la cornamusa dell’Appennino pavese, alessandrino, piacentino.

  3. Uso antico e moderno degli strumenti: il volino e la sua presenza nella tradizione dell’Appennino emiliano nel repertorio di danze figurate.

L’epopea della fisarmonica .

  1. La vocalità. Polivocalità urbana con origini antiche: l trallallero ligure. Cori maschili e squadre di canto.

  2. Altre forme di polifonia  sull’Appennino pavese. Le osterie del canavese canti a più voci, ballate “classiche” della tradizione piemontese ed alpina.

  3. I cantastorie ed il mondo della piazza. Riferimenti e situazioni di tutto il territorio nazionale.

  4. Coralità in Toscana: i cardellini di Monte Amiata. Ballate, canzoni narrative, i canti di lavoro, i canti sociali.

  5. Le mondine nel norditalia: storia repertorio e testimonianze attuali.

  6. L’organetto: sua presenza nella tradizione, dal centroitalia (area del salterello) al Sud e utilizzazione nei repertori delle tarantelle. Origini e specificità costruttive.

  7. Il canto popolare nel centroitalia: forme polivocali (il vatoccu marchigiano) e forme solistiche. 

  8. La grande tradizione musicale della Sardegna: lo strumento più arcaico dell’area mediterranea, le launeddas. Le forme di danza. Il canto a tenores, forme, strutture, distribuzione delle voci.

  9. Canto e ritualità nel suditalia. Il tarantismo e sue connessioni.

  10. La zampogna nell’Appennino calabrese e nella sua restante area di tradizione e sopravvivenza. Zampognari antichi e moderni e repertorio. Morfologia dello strumento.

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