I NONNI MATERNI
"Raffaele Nobile è stato un musicista appassionato e attento ed è stato un cittadino virtuoso: egli credeva forte in un arte che fosse disponibile anzi vivibile per tutti. Voleva che la Musica fosse patrimonio fin dalla culla per tutta la società compresi gli ultimi e i dimenticati e non solo il pubblico privilegiato di teatri e Conservatori.
Nel suo canto sono sempre presenti l’impegno civile e artistico. Io che sono coreografo ho lavorato con Raffaele Nobile a più progetti voluti da assessorati alla Cultura in Lombardia, terra amata da un attento e talentuoso abitatore del mondo, e ora dell’infinito. Mi associo con stima e gratitudine alla giusta richiesta di questo Comitato e ringrazio per l’attenzioneal ricordo di una musicista che non può e non deve essere dimenticato".
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Io sono un bambino malinconico...
nel suo ultimo anno di vita Raffaele ripeteva ancora questa frase, il 2019...
A tre anni col cestello in mano accompagnato dalla nonna, lascia la casa dov'è nato e dopo poche vie è attratto da un grandissimo campo di grano seminato fra le case, ancora pochi passi e arriva in quella appena costruita, della vecchia ricorderà la disposizione dei mobili e le scomodità, ricorderà anche la furia per la ricerca di altri bambini, ricordi vaghi ma radicati.
Non amava l'asilo che la mamma scelse in un ambiente opaco che opprimeva il suo desiderio di gioco e di scoperta. Quel luogo venne scelto per l'ultima sosta che Raffaele trascorse in mezzo a noi, ancora vivi, lui non più. Bambine e adulte del vicinato riempivano con le loro attenzioni il desiderio prorompente di crescita. Le scuole elementari hanno rappresentato il massimo delle sue necessità di apprendimento, l'ordine dei suoi quaderni, le esposizioni ordinate e geniali che lui faceva, un maestro che in particolar modo rappresentava la capacità di ricreare la storia, di raccontarla, sono stati il vulnus del suo apprendimento. Dopo le elementari, avrebbe potuto apprendere da solo - mi raccontava - e l'idea dell'apprendimento attraverso la propria famiglia utilizzandone esclusivamente i mezzi economici anche in tempi piuttosto esigui. Il maestro che ammirava, aveva una profonda conoscenza della storia dei suoi territori e con lui potè visitare per due volte, una a Casei Gerola dove poté visitare un museo di raccolta storica.
Non aveva mezze misure quando definiva i luoghi del sapere, escludeva le scuole medie avendo perso il loro valore e l'apprendimento sarebbe potuto proseguire direttamente dalle elementari. Per lui era così, non per l'universo di studenti.
Non volle essere più accompagnato dalla madre alle scuole elementari, prestissimo propose la sua indipendenza e la mamma si adeguò.
A dieci anni prese il suo biciclettino e da Voghera raggiunse Staghiglione, quindici chilometri per il ragazzino che apprese tutto il percorso durante le gite con il padre che guidava il motorino. A Staghiglione non credevano fosse solo, l'hanno rimandato cortesemente indietro, non c'erano mezzi di comunicazione e a Voghera i suoi non credevano che ci fosse andato.
Non sopportava berretti, cappucci e occhiali da sole con i quali sua mamma lo trincerava dal sole, dal cattivo tempo, abolì presto tutto, con essi i pantaloncini corti.
La televisione imperversava negli anni '60 e Raffaele ne andava come altri ragazzini, spasmodicamente alla ricerca, aveva scoperto questo miracolo, dopo poco tempo i suoi genitori la comprarono, tra una sgranata di rosario con nonna e mamma cominciò a godere di questa meraviglia, la sua acuta capacità critica crebbe ad ogni tipo di trasmissione o film.