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BIOGRAFIA E DIARI

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Le vacanze lavoro con i volontari Internazionali di Emmaus
L' associazione di giovani cristiani che sta nascendo a Voghera negli anni '70 con fermenti di rivolta politica e che metterà le sue basi nella Chiesa del Carmine, si fa promotore delle vacanze lavoro affiancandosi ai Volontari  Internazionali di Emmaus. L'Abbé Pierre e' il fondatore al quale Mitterrand sentendo aleggiare la morte si rivolge. Abbé Pierre è un "santo guerriero" proveniente dalla confraternita di Emmaus, il Vaticano gli  ha già dedicato un posto fra i beati. Ai campi di lavoro si recarono intere generazioni di credenti e cristiani e non solo. Raffaele sentiva il richiamo di questa dedizione al lavoro per  gli altri  ma era il tipico caso di una persona che cresceva in una famiglia tradizionalmente cattolica dove il malessere dei suoi simili stimolava una sua crescita morale, così per tre anni dal 1971 al 1973 divenne volontario. A quindici anni il suo violino lo accompagnava. 
In Francia, circondato dalla sua gioventù e dagli amici, Raffaele coltiva amori e dialoghi che conserva gelosamente, esplora la terra dell'Auvergne, la cui lingua occitana influenzerà in futuro la sua musica e i suoi canti. È la terra dei Celti, che qui hanno lasciato le loro radici e la loro storia. Le lettere, anche dopo la chiusura dei campi, si intrecciavano e le amicizie perduravano. La vita vacanza richiedeva una presenza costante durante la giornata, dalla sveglia alle sette e trenta: colazione, lavoro nei luoghi più importanti delle città o sobborghi per la raccolta di tutto quello che poteva servire alla rivendita .

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
CINETECA
"Antologia del muto…a suon di violino"
 Milano (r.s.) Si inaugura oggi al Teatro San Marco il terzo ciclo di proiezioni della Cineteca Italiana. Alle ore 19.30, nel quadro di un più vasto programma dedicato alla storia del cinema, sarà presentata una ricca antologia di film muti italiani, da alcuni documenti di Vittorio Calcina su Papa Leone XIII Nei giardini vaticani (1896) ad Assunta Spina (1914), il film “realista” di Gustavo Serena con Francesca Bertini salvato dalla cineteca italiana negli anni Cinquanta.
La serata sarà arricchita da una “colonna sonora” interpretata dal vivo dal violinista Raffaele Nobile e dal chitarrista Lorenzo Torti"

La Repubblica
martedì  5 aprile 1983
cartellone
"La terza fase del cartello  ’83 della Cineteca italiana si apre  oggi con un significativo omaggio al cinema nostrano delle origini: 9 film muti, a partire dalle 19,30, tutti recuperati e salvati dalla Cineteca; iniziativa che bene si inserisce all’interno della politica di analisi del nostro cinema che la Cineteca………………
Muti ma non insoronizzati, i film saranno accompagnati da composizioni d’epoca eseguite da Raffaele Nobile al violino e Lorenzo Torti alla chitarra. In Via San Marco 2 (M.B.)"


1986 ancora giornate del cinema muto - Pordenone

1986 concerti a domicilio















Crescita musicale, costanti scoperte e prima dei vent' anni (?) hanno inizio le ricerche etnomusicali.

Vedi appunti su quaderno

COSTRUZIONE DI METODI MUSICALI PER I BAMBINI E PROPOSTE DI INSEGNAMENTO

Anni di sogno

Anni di polvere

Via Fiori Chiari

Interno. Scala ripida

piacevole tepore e poca luce. Sto scendendo

Luce diffusa inondazione di luce, vivere in una casa di vetro pomeriggio luminosissimo è la fine di marzo, la fine di un mese inquieto ma non la fine dell'inquietudine. Aprile arriva con la pioggia assieme a stranissimi colori di luce diffusa in un crepuscolo nascosto...

Pioggia amica delle piante scivola sul mondo di vetro involucro della solitudine

Suono gesto

Suono corpo

Suono oggetto

Labirinto di suoni

Estate arrivata in silenzio

estate difficile, il lavoro langue, falsi allarmi, strani incidenti, estate di luce estate verde estate inesprimibile estate prima del buio

23 DICEMBRE 1985 (31 ANNI)

Grande indecisione. Perché mai? Un altro anno sta per scivolar via, chiuso in questo dicembre nebbioso. Dove sono andate le sere così suggestive di questo mese? A metà pomeriggio risale la nebbia, un presagio non  allegro delle difficoltà che mi aspettano.

24 DIC.

Ancora incertezza, non mi decido a partire. Freddo incalzante. Notizie non belle. L’albero del canto tarda a dare I suoi frutti. Nella notte invece vedo tante figure di piccoli abeti illuminati, sfogliando e risfogliando “FERIA D’AGOSTO” con i suoi racconti bellissimi.

25 DIC.

Un altro Natale.

Giorni di nebbia. Musica barocca nella sera, ed è una ricerca continua

Telefonate interlocutorie, bisognerebbe avere molti amici. Ma cosa ci aspettiamo dopotutto?

Il lavoro ristagna non è una bella sensazione. Propositi di razionalizzazione

29 e 30 DIC.

Si avvicina lo spettro di un 31 dicembre di disoccupazione, preoccupante presagio per il futuro, ma devo continuamente reagire.

31 DIC.

Angoscia.

1 GENNAIO 1986

Non so immaginarmi il nuovo anno che è già arrivato. Giornata di silenzio come sempre, e nella sera un momento di Musica minimale a Radio Popolare. Ogni piccola cosa è uno stimolo, una frustata ma gli eventi si evolvono con una lentezza incredibile.

5 e 6 GENN.

Mattinate lente ed opache, sembra di essere chiusi in un involucro come crisalidi. Scoperta progressiva di nuove cose in FERIA D’AGOSTO e conseguente apprezzamento. Come ho potuto arrivare finora senza averlo letto? Forse un po’ della sofferenza e della gioia vengono divise e condivise da persone lontane nel tempo e nello spazio e ancora certe sensazioni non si possono esprimere. Proprio così, e questo se dovessi parlare di FERIA D’AGOSTO. Nella sera di Milano si stagliano poi figure luci e parole Fuochi artificiali nella notte d’inverno, è molto suggestivo. Mara mi prende il braccio e vorrei che questo incontro non si perdesse nella noia e nell’anonimato di sempre, vorrei che uscisse la vibrazione che abbiamo dentro, oltre i gesti stanchi e consueti. Chissà se qualcosa è cambiato in tanto tempo. Ne dubito.

7 GENN.

Sole e ghiaccio. Mattinata luminosa ma pigra, rimango a letto e non riesco a far nulla. Poi a Pavia, disagio nel camminare, freddo, insoddisfazione con una prova di forza disperata per continuare . Ci si aspetta sempre qualcosa. Presi in prestito 3 libri che vado subito a divorare. Mentre scende la sera ripasso a matita un brano per quartetto d’archi che ho tracciato alla fine dell’83. L’ho chiamato ESITAZIONE e spero presto di utilizzarlo. Sono ansioso di sentire le caratteristiche formali e gli effetti.

8 e 9 GENN.

Attese interminabili e giornate di neve. Il brutto tempo mi mette più a disagio che in passato.

Il telefono rimane ostinatamente muto alle aspettative, alzo il ricevitore solo per ascoltare inezie. La sera di Milano è ancora triste con rovesci di acqua gelata. Iniziato un altro meraviglioso libro “PAESI TUOI” ne parlerò spesso.

La televisione in casa passa “LES PORTES DE LA NUIT” di M. Carnè ed è ancora una profonda emozione.

11 GENN.

Ancora giornate fastidiose ma ogni tanto si profila la parvenza di qualcosa di buono. Bisogna ostinatamente sperare anche se è sempre più difficile. Tra ieri e oggi riflettevo su uno dei tanti aspetti del passare del tempo: ora che gli anni, i mesi, i giorni mi sembrano più corti riesco a sopportarli meglio quando trascorrono vuoti.

12 GENN.

Compleanno di Mitzi. Ricordo di un concerto.

14 GENN.

Risveglio agitato. Non dovrei mai salire su di un treno al mattino ma un’ansia malcelata mi spinge sempre sulla strada. Oggi poi è il giorno delle cose storte succede spesso di martedì, sono quasi tentato di desistere dai giri che mi ero preposto. VIVA MILANO ha cambiato veste e redazione, ne prendo atto in uno scantinato ristrutturato a nuovo come tanti, i ventricoli di Milano.

Giornata col sole che alle 17 del pomeriggio lascia il posto ai colori tenui di una sera incipiente che osservo dalla finestra nel suo gioco di sempre coi lampioni e le luci artificiali del boschetto di fronte; se osservo il prato coperto di neve ed i riflessi sull’orizzonte buio per un momento ho la sensazione che il mondo sia tutto dietro alle mie spalle.

16 GENN.

h.18 L’ESTRO ARMONICO di Vivaldi ascoltato guardando il cambiamento graduale dei colori del giorno e della sera. In questi ultimi due giorni ho ripreso due libri su esperienze teatrali degli anni settanta: quante cose mettono in movimento dentro di me. “Togliersi gli stracci colorati dell’ODIN TEATER e affrontare la cruda realtà di tutti i giorni. Tante frasi che rintronano nella mia mente. Il mestiere dell’attore, il pubblico ti deve venire a vedere perché tu gli comunichi una gioia che non riesce a trovare e quindi tutto te stesso deve comunicare questa convinzione. Portare il teatro nei luoghi “teatralizzati” (che non ne hanno nemmeno bisogno).

Candore giallo con musiche di mare, tradimenti buio, luce, movenze, immagine in movimento Italia attraversata in lungo e in largo piazze, scuole, cantine e ora sembra quasi tutto un sogno.

Ritornando alla situazione attuale ho la sensazione che questo non sia un vivere ma un continuo trascinarsi.

17 GENN. VENERDI’

In fin dei conti non è proprio una giornata sfortunata, ve ne sono e ve ne saranno di peggiori. Nel pomeriggio rintronato dai rumori del traffico metropolitano ed immerso nel colore grigio chiaro bevo un tè eccezionale.

18 GENN.

Giorno limpido. Leggo il NICE-MATIN che ho raccolto in treno e come al solito stride il contrasto tra i fotocolor della Cote d’0Azur che vi trovo e la realtà dei nostri giorni invernali che mi piacciono meno di un tempo così come mi piace meno MILANO e le sue zone periferiche dove m’inoltro tra le 8 e le 9 di sera. Grandi  spazi, torri, casermoni, alveari noioso parcheggio di umanità con sensazioni di artificiale, anche le chiese rispondono a questo gusto.

19 GENN.

Il tempo corre veloce. Una visita gradita Anna con il suo organetto l’ultimo dei tanti che hanno suonato nella mia stanza, un giorno forse raccoglierò in una scatola magica tutti i suoni appiccicati alle pareti. La sera poi una telefonata lontano carica di emozioni e significati ma riesco solo a spiaccicare quattro parole mentre Christiane parla parla e mi conferma le mie sensazioni sul tempo che corre veloce.

28 GENN.

Ritorno a scriverti dopo un po’ di giorni, durante i quali come al solito è stata una ridda di immagini, persone volti voci senza però che siano avvenuti cambiamenti sostanziali della situazione che ben sappiamo. Ripenso con piacere all’incontro con Gaslini della scorsa settimana un’occasione stimolante che dovrebbe avvenire più spesso anche con altri artisti. Ho cominciato quindi un lavoro su due parti della Suite lavoro che spero di rendere presto pubblico assieme ad altre cose del mio piccolo bricolage compositivo quasi quotidiano. Da un altro punto di vista invece continuo a ricevere sensazioni negative riguardo ad altri aspetti del mio lavoro che non fanno altro che confermare molte mie già acquisite impressioni. Purtroppo ho un senso acuto di certe cose e non saprei se parlare di “sfortuna” o ritardo cronico o realtà bizzarra e scorretta.

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