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MUSICA POPOLARE E SUE RICERCHE ETNOGRAFICHE

L’Albero del Canto
Controcanto

“L’Albero del Canto” è un lavoro discografico che tende a rivolgersi a tutti per uscire dal cerchio ancora limitato degli “appassionati” di musica popolare e portare un determinato linguaggio alla fruizione di un numero ampio di persone. Diciamo linguaggio in quanto vorremmo che fosse questo l’elemento più qualificante da sottolineare in tutta una lunga pratica sulla musica tradizionale: non musica popolare che piace perché “si balla” o a volte perché è “orecchiabile” o è “celtica” ma considerazione attenta di un modello che presenta elementi interessanti di comunicazione strutturale/musicale anche se non sono da escludere aspetti più immediati ed in ogni caso importanti come la danza. L’interpretazione dei brani è attuale e cioè mediata da un’esperienza che non è inserita direttamente nella tradizione ma la reinterpreta veicolandone il linguaggio. Il disco è composto di otto brani che rappresentano per la quasi totalità dei casi suites di danze che si riferiscono al Nord Italia ed in particolare alla zona appenninica pavese alessandrina ed Emiliana.

Monferrina Perigurdino Curenta  - Tre danze dell’appennino pavese raccolte in situazioni diversificate mutuate dalle “arie del piffero” e adattate al violino secondo un processo sperimentato anche in altri luoghi della tradizione europea (Irlanda Yugoslavia ecc.)
Roccastalda Lombardina Furlana Giga – Una suite di pezzi dell’appennino emiliano ascoltati da suonatori diversi
Lachera Calisùn Giga – Musiche che accompagnano un’azione mimata e danzata nel carnevale di Roccagrimalda (appennino alessandrino) celebrazione che la tradizione vuole legata ad un rivolta popolare di molti secoli fa
La vecchia luna – Elaborazione strumentale di una canzone-polka nella versione fornita da un anziano violinista dell’appenino pavese, brano tra l’altro conosciuto in quasi tutta l’Italia settentrionale per essere stato nel repertorio delle mondine
Biondina giga giga – Tre danze in forma di giga , la prima lombarda, le altre raccolte sull’appennino pavese-piacentino da suonatori di violino e fisarmonica
Scottiches – Una suite di scottiches del centro della Francia considerate qui più per la loro struttura musicale molto interessante ed avvicinabile ad un modello europeo più ampio
Waltzer – Due Waltzer tradizionali il primo raccolto sull’appennino pavese e facente parte in passato del repertorio dei pifferai, il secondo di origine savoiarda
L’albero del canto – Brano di composizione attuale che prende in considerazione alcune caratteristiche peculiari del fraseggio melodico degli strumenti tradizionale.

 

Un disco che parla di violino di  danza di musica tradizionale

È l’amore per uno strumento meraviglioso ed a volte ingrato, l’interesse per la danza popolare, come forma di comunicazione, e per la musica tradizionale che non è solamente un fatto emozionale, ma un linguaggio interessante e strutturalmente stimolante.

Grazie comunque a tutti gli informatori della tradizione che ho contattato e una suite di scottiches dedicate ad i miei amici d’oltralpe.

 

LATO A                                                                                               LATO B

MONFERRINA PERIGURDINO CURENTA  5’16”                           BIONDINA GIGA GIGA 4,23”

RONCASTALDA LOMBARDINA FURLANA GIGA 6’                       SCOTTICHES 8’15”

LACHERA CALISUN GIGA 5’4”                                                         WALTZER 4’30

LA VECCHIA LUNA 2’34”                                                                  CONTROCANTO 1’14”                                                                                                                        

I brani sono tradizionali rielaborati da Raffaele Nobile eccetto “Controcanto”

RICERCHE ETNOGRAFICHE

PICCOLA E GRANDE TESTIMONIANZA SUI SUONATORI ROMAGNESE (con Elio Buscaglia)

E SULLA MUSICA SCELTA DA RAFFAELE.

Un passo più in la verso l’Appennino e sembra di stare in un altro mondo e per questo è più interessante dà sensazioni preziose che forse neppure esistono. Di prezioso non vi sono solo sensazioni ma la testimonianza di un mondo culturale in estinzione e qui per “cultura” intendiamo un fatto di espressione collegato strettamente alla vita ed all’azione, creativo nel momento in cui determina un modo di essere. Elio (Buscaglia) mi conduce in due case di contadini su per una strada ripida che porta a una delle 20 frazioni di Romagnese. Prelevare il violino dall’armadio o la fisarmonica a bottoni da un vecchio astuccio malconcio è un gesto consueto fa parte della nostra esistenza quotidiana non è il “muoversi” mitizzato dello show/business dove il gesto e lo strumento ad esso collegate diventano un feticcio così come un feticcio è la tecnica ostentata e feticistico l’approccio ad essa in cui ogni cosa al suo nascere è già una misura di consumismo e di ignoranza. E’ falsa creatività tutto ciò che non ci coinvolge nella totale nostra esistenza proprio come un attimo che viene lanciato via nel momento in cui si manifesta.

Intervista a Raffaele
3  settembre 2014 “La Provincia Pavese” Serena Simula
Diavoli, folletti e fate, personaggi storici diventati leggendari, divinità pagane che si sono trasformate in eroi: è questo il mondo fantastico di Raffaele Nobile, 60 anni, l’ultimo cantastorie della nostra provincia. Un mondo che da tanti anni, con la stessa identica passione, lui racconta nelle piazze e sempre più spesso anche nelle biblioteche e nei centri culturali, accompagnato dal suo violino e, a volte, da qualche altro musicista.
D - Lei si occupa di musica tradizionale da molti anni: come ha cominciato?
Ho cominciato da ragazzino quando dopo aver concluso gli studi musicali, ho capito che in Italia, a differenza di ciò che avveniva negli altri Paesi, la tradizione musicale non era difesa né apprezzata. Qualcosa era stato fatto durante il Risorgimento, nel periodo futurista e nel dopoguerra, ma non era sufficiente. Allora mi sono documentato e ho integrato il patrimonio che già era stato raccolto con diverse registrazioni dal vivo e testi scritti da me. Ho cominciato a fare il cantastorie proprio per diffondere le musiche e i testi che venivano tramandati oralmente: m’è subito sembrato naturale e doveroso condividere questo patrimonio con quante più persone possibili.
D . Che genere di storie racconta?
Storie della nostra zona e storie che provengono anche da altre culture come quella irlandese e provenzale. Possono essere divise in tre categorie: la più antica è composta da ballate narrative di vario genere, la più recente riguarda la quotidianità e la vita della comunità contadina e una terza (a tratti ironica e a tratti lirica) tratta di tematiche amorose.
D - Che ruolo ha la magia in questi racconti?
Un ruolo centrale e fortemente simbolico: per lo più, infatti, le creature magiche  che compaiono nelle ballate e nei racconti non sono viste come figure malefiche ma incarnano semplicemente gli aspetti negativi della realtà, con un senso pratico che è tipico della mentalità contadina. Certo, la magia è anche utilizzata per rendere i racconti più avvincenti e per circondare i protagonisti (o gli antagonisti) di un alone fantastico.

 


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Testo da inserire

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Tradizione popolare orale e comportamenti sociali

 

Parallelamente alla vita e allo sviluppo della grande musica colta e della letteratura, si è formata in Europa fin dal medio evo una cultura espressiva delle classi popolari e ha prodotto canti, musiche rituali e di danza, ballate etniche e narrative, poesie d’amore e quant’altro, un materiale interessante artisticamente stimolante e spesso improntato ad un intenso processo di scambio con la cultura “dotta”.

 

Questo materiale esprime un’altrettanto lunga stagione di vita sociale, intensi e controversi sentimenti, celebrazioni di eventi fondamentali per la vita delle comunità e molto altro, tutto manifestato con canti musiche strumentali e rappresentazioni di ritualità collettiva.

 

Tale importante civiltà ha avuto come tratto comune la pratica dell’oralità come strumento espressivo di trasmissione di contenuti e di definizione comportamentale.

La trasmissione orale del sapere ha influenzato e caratterizzato la simbologia dei personaggi e delle figure, veicolo questi di messaggi e di “racconto del mondo”.

Un viaggio, il nostro, nella cultura degli analfabeti che si confrontava con quella dotta e in un certo senso interagiva con essa.

INSERISCI CANTI MP3

LA PROVINCIA PAVESE

Giovedì 24 gennaio 1985

Concerto

Voghera il violino nel folk europeo

VOGHERA – Nell’ambito delle iniziative culturali promosse dal Centro Sociale di Voghera si terrà domani sera, venerdi, alle 21 in Viale della Repubblica un concerto del violinista Raffaele Nobile dal titolo “il violino nel folk europeo”

Con la partecipazione e l’accompagnamento di altri due musicisti, Fabio di Stefano chitarra organetto, e Patrik Defrance oboe flauto, sarà presentato un programma di musiche provenienti dalla tradizione popolare europea, in particolare quella del Nord Italia, della Francia e dell’Irlanda, materiale musicale a carattere strumentale che nella tradizione serviva come supporto espressivo alla danza e alla ritualità.

Queste musiche saranno viste soprattutto sotto l’aspetto espressivo di linguaggio con le sue caratteristiche strutturali, mettendo in luce anche i rapporti con la musica colta dei secoli passati e tentando di costruire, in relazione a tale linguaggio, momenti di nuova elaborazione creativa.

Raffaele Nobile ha iniziato la sua attività negli Anni Settanta nell’ambito milanese dei musicisti di base e non, allora molto stimolante e ricco di scambi creativi. Tra le varie attività a cui si è dedicato, sperimentazione e didattica, composizione, esecuzione, ha avuto molta importanza la ricerca e la divulgazione della cultura musicale popolare.

Centro Sociale Voghera è l’attuale “Adolescere”

OLTREPO PAVESE - LE VOCI DELLA MEMORIA

La cultura e le tradizioni dell'Oltrepo pavese costituiscono il filo conduttore del programma "Oltrepo pavese: le voci della memoria", in onda il 17/04/1984 , in una terra all'incrocio tra Liguria, Piacentino e Alessandrino. Attraverso i ricordi  degli abitanti del luogo, il documentario riporta in vita alcune attività artigianali, ricette gastronomiche e canti popolari della tradizione.

TESTO E MUSICA DI RAFFAELE - INSERISCRI BRANI DA DISCO O CHIAVETTA

 

L’UNITA'

Sabato 19 settembre 1981

Il violino di Raffaele Nobile questa sera al cabaret

 

Il cabaret ha presentato in queste sere molti personaggi nuovi, ricchi di talento. Una serie di recital ha proposto al pubblico della festa nomi che avevano solo bisogno di spazio per mostrare grosse capacità teatrali.

Questa sera alle ore 20 è la volta di Raffaele Nobile in “Il violino nel folk europeo”; più tardi alle ore 22 prenderà posto sul palco David Riondino con un recital tutto nuovo.

Raffaele Nobile è un giovane musicista che ormai da anni si dedica ad una ricerca originale sulla tradizione della musica popolare del nord Europa con particolare attenzione al nord Italia.

Questo materiale, adattato in particolare al violino, viene riproposto ed elaborato secondo le esigenze attuali di fruizione da parte del pubblico. Raffaele Nobile ha inciso recentemente un LP “L’albero di canto” che è il risultato di questa approfondita ricerca, ha partecipato inoltre a numerose rassegne e festival internazionali.

Il materiale presentato si incentra sulla figura del volino come strumento molto usato in tutta la tradizione popolare europea con modi anche diversi tra loro, e sul tentativo di costruire attorno a queste musiche un tipo di ascolto creativo che le valorizzi per le loro caratteristiche strutturali-musicali e non solamente per una mitica quanto a volte mistificante funzione socializzatrice.

I pezzi presi in considerazione venivano utilizzati per la maggior parte come musica di danza nell’Italia settentrionale prima della scomparsa della civiltà contadina e sono in specifico forme di “furlana”, “roccastalda”, “lombardina”, “salterello” (Appennino emiliano) “balfrances”, “giga” (Lombardia), “Monferrina”, “alessandrina”, “corrente” (Piemonte), che tra l’altro presentano collegamenti con la tradizione musicale colta del secolo XVI e del barocco.

NINO TOGNI

Nato nel 1912, agricoltore , testo reso a Zavattarello (1979-1980). Esegue brani strumentali al  violino : Valzer, Giga, Mazurka, Polka. Qualcuno di questi proviene dal piffero.  Alla fine esegue "La vecchia luna" che un tempo solo le mondine nelle risaie cantavano (La vecchia luna che sorge dietro ai monti...) e la rimanda ai cinquanta anni precedenti. Raffaele utilizza questa base-struttura e pubblica nel suo disco La vecchia luna. Intervista consegnata a Mario di Stefano nel 1980 catalogo trasferito alla Biblioteca comunale di Piacenza.

VITTORIO ZANNI

Nato nel 1899 racconta come  iniziò a suonare il piffero e dei pifferai da lui uditi a partire dal 1920 fino al 1944.

GIOVANNI TAMBUSSI

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TITOLO BRANO

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Raccoglitore Raffaele Nobile

Informatore esecutore Cesare Astrobi, nato a Caminata (Pc) nel 1910 ex agricoltore, suonatore ambulante e pensionato nel dicembre 1979 data dell'intervista. Comincia con la Tarantella, e seguono La Marianna la và in campagna, Valzer (Torino), Mazurka, Polka (una serenata).

Giga del solo fisarmonicista, (a 70 ca) di Romagnese, ma qui non c'è . Racconta anche di qualche ballo. Intervista consegnata a Mario di Stefano a Piacenza catalogo trasferito alla Biblioteca comunale di Piacenza.

TITOLO BRANO

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MUSICA POPOLARE IN ITALIA

 

Ipotesi per un ciclo di trasmissioni riguardanti la conoscenza della musica popolare in Italia.

 

  1. Lineamenti generali culturali che stanno alla base delle differenti forme e situazioni espressive del folklore italiano ed implicazioni storiche e geografiche.

  2. Le forme espressive nel Norditalia. Musica strumentale: specificità degli strumenti. Strumenti e repertori arcaici: il piffero e la cornamusa dell’Appennino pavese, alessandrino, piacentino.

  3. Uso antico e moderno degli strumenti: il volino e la sua presenza nella tradizione dell’Appennino emiliano nel repertorio di danze figurate.

L’epopea della fisarmonica .

  1. La vocalità. Polivocalità urbana con origini antiche: l trallallero ligure. Cori maschili e squadre di canto.

  2. Altre forme di polifonia  sull’Appennino pavese. Le osterie del canavese canti a più voci, ballate “classiche” della tradizione piemontese ed alpina.

  3. I cantastorie ed il mondo della piazza. Riferimenti e situazioni di tutto il territorio nazionale.

  4. Coralità in Toscana: i cardellini di Monte Amiata. Ballate, canzoni narrative, i canti di lavoro, i canti sociali.

  5. Le mondine nel norditalia: storia repertorio e testimonianze attuali.

  6. L’organetto: sua presenza nella tradizione, dal centroitalia (area del salterello) al Sud e utilizzazione nei repertori delle tarantelle. Origini e specificità costruttive.

  7. Il canto popolare nel centroitalia: forme polivocali (il vatoccu marchigiano) e forme solistiche. 

  8. La grande tradizione musicale della Sardegna: lo strumento più arcaico dell’area mediterranea, le launeddas. Le forme di danza. Il canto a tenores, forme, strutture, distribuzione delle voci.

  9. Canto e ritualità nel suditalia. Il tarantismo e sue connessioni.

  10. La zampogna nell’Appennino calabrese e nella sua restante area di tradizione e sopravvivenza. Zampognari antichi e moderni e repertorio. Morfologia dello strumento.

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